LI 'NZURTI LECCESI E SALENTINI
Anchitertu/anchitorta: persona che ha le gambe visibilmente arcuate e storte, persona claudicante;
Azzapiedi: cafone oppure villano;
Cacafàe: persona dappoco, tapino;
Cacarone: uomo pauroso che se la fa addosso;
cachellu: millantatore che non vale un pelo, uomo dappoco;
Caggianeδδa/ddha: ragazza cui piace mettersi in mostra, civettuola;
Capi-te-canìgghia: persona ignorante, che nel cranio ha crusca;
Capi-te-cazzu: testa di cazzo, persona stupida, grulla;
Capi-te-cestune: testone vuoto e ottuso;
Capi-te-trozza: testardo, duro di comprendonio;
Capustieδδu: genericamente, chi abita a sud di Lecce, di modi rozzi e incivili rispetto a quelli del cittadino leccese;
Catafarcu: vecchio decrepito;
Catapràsemu: persona fastidiosa e insopportabile;
Cerniientu: perdigiorno, scioperato, incapace e inconcludente;
Checheché: chiacchierone sconclusionato;
Chiangimuerti: piagnucolone, uno che grida i suoi lamenti, lamentoso;
Ciciarra: donna ciarliera e pettegola;
Ciùcciu: persona incapace e ignorante;
Crapazzoppa: donna caparbia, infida e maligna;
Cuccuàsçia: una che ha viso appiattito e naso adunco, dunque brutta d'aspetto;
Cùfiu: infecondo, sterile;
Cugghiune: balordo, minchione;
culignu: sospettato di tendenze omosessuali, pederasta passivo;
Culiruttu: si dice di uno che è antipaticamente fortunato;
Culistrintu: avaraccio, tanto da voler risparmiare persino sulle necessità fisiologiche impellenti;
Culi-te-farnaru: uomo dal sedere grosso
Culi-te-fersura: donna dal sedere tondeggiante ma sciupato e poco estetico;
Culòfia:donna dall'ampio sedere cascante;
Culummu: persona pigra e indolente;
Curciperta: donna sempre disposta a darsi a chiunque;
Curnàcchia: donna linguacciuta e malevola;
Curnutu: uomo tradito dalla propria donna, poco stimato;
Designatu te Diu: segnato da difetto fisico o mentale o morale;
Facciòmmene o facci-te-ccionni: uomo dalla faccia di barbagianni, dal viso grifagno;
Facci-te-cazzu: uomo strampalato, in cerca di non si sa che cosa;
Facci-te-mpisu: faccia da impiccato, pendaglio da forca;
Facci-te-mulu: testardo sfrontato; facheche, chiacchierone sconnesso e incoerente;
Fessa: balordo che commette sciocchezze, imbecille che si fa abbindolare;
Fetusu: puzzone, persona sgradevole;
Fimmeneδδa: giovincello ritroso con tendenze femminee;
Frabbulista: chiacchierone spacciatore di frottole;
Fràcetu: flaccido, svigorito;
Futtinculu: imbroglione truffatore, lusingatore;
Ieni pane ca te màngiu: infingardo e fannullone, che attende che altri lo mantengano;
Lassamestare: persona permalosa e schifiltosa;
Lengu e fessa, lengu pe nnienti: allampanato ma sciocco e inconcludente;
Linguilengu, linguilonga: persona linguacciuta e maldicente;
Lliccaculu: lecchino smaccato;
Lupu surdu: sornione, furbacchione taciturno, orecchia da mercante;
Maccabbèu: scemo, stupido, tanghero;
Maccarrune: persona molle di carattere, smidollato;
Malecarne: vagabondo lavativo;
Maleccore: persona perfida, di animo cattivo;
Malesurtu: tirato su male, maleducato;
Mangiunazzu: sbafatore, scroccone;
manzaru: individuo ostinato, caparbio incallito e impenitente;
Manzarune: uomo dalla testa dura e dai modi violenti;
Mazzarune: zoticone, cui sono assegnati i lavori più grossolani;
Menata: donna da marciapiede che si dà a chiunque per poco;
Minatu: persona di bassissima cultura
Menzabotta o menzacartùccia: individuo tracagnotto;
Mèrula-te-màcchia: donna arcigna e scostante per natura;
Mìnchia: persona sempliciotta e credulona;
Mmaletettu: individuo odioso, segno di grande disprezzo;
Mmucatu: sporcaccione, scostumato;
Mprena-pònnule: presuntuoso che millanta azioni incongrue;
Mputrunutu: sempre imbronciato, chiuso in uno sdegnato riserbo;
Mucculone: sempliciotto che non sa badare a se stesso;
Mucitazzu: individuo di malaffare, volgaraccio;
Musi-te-puercu: dotato di labbra carnose e sporgenti;
Nasi-te-caffa: persona dotata di naso a polpetta;
Nasi-te-castarieδδu/ddhu: dal naso adunco come quello del falco;
Ncicignatu, ncicirignatu:malridotto, ubriaco fradicio;
Ncresciogna: pigrone cronico;
Ndùgghia ndugghiusu: persona trasandata nel vestire, sciattone;
Nfetesciutu: chi da buono e bravo è diventato disonesto e cattivo; sporcaccione, moralmente spregevole;
Ngialenutu: dalla faccia giallastra, il colore dell'invidia, della gelosia e della cattiveria;
Nnacetutu: aspro e stizzoso, scorbutico;
Nnervecatu: persona dalla pelle cotta dal sole, segno di rozzezza, caratteristica di un villano e non di un cittadino;
Nnigghiatu: denutrito, deperito, secco allampanato;
Ntartàgghia: balbuziente, tartaglione;
Nzìcchia: individuo seccante, antipatico e fastidioso;
Nzummeδδusu: persona incline a seminare zizzania;
Òccula: grassona con le braccia divaricate, che incede a passettini;
Pulandra: donna di facili costumi oppure donna vestita male;
scangatu: sdentato;
scarufaterra: contadinaccio, zoticone, villanaccio;
Scazzacani: poveraccio;
scazzamurieddu: uomo basso e mingherlino; sciàbbeca,
Sciabbecatu: persona sciatta e trasandata nel vestire e nel comportamento;
Sciacqualattuche: incapace di eseguire un lavoro impegnativo;
Sçianaru: di carattere volubile, che muta frequentemente umore, lunatico, banderuola;
Sçiòsçiu: trasandato e lurido, sudicio;
Sçiutìu: cattolico non praticante, che non si fa vedere mai in chiesa o la frequenta assai raramente;
Scràsçia: persona fastidiosa, della quale non si riesce a liberarsi;
Scuèscia o scuesciusu: bazzuto, dotato di mento pronunziato;
Scugghiatu: senza coglioni, debole, indolente;
Sculatu: che non sa mantenere un segreto, che si lascia scappare qualsiasi confidenza riservata;
Scuncignatu: scalcinato, non abituato all'ordine, arruffone;
Scusçetatu: senzapenzieri, imperturbabile e quasi apatico;
Scursune surdu: sornione, furbacchione taciturno;
Senzaminne: donna con scarsissimo seno, grave difetto per una 'carusa' in cerca di uno 'zitu';
Senzaquiδδa/ddha: uomo ritenuto sessualmente impotente;
Sicchinnonni: persona sempre tentennante, che rimane tra il sì e il no e non sa decidersi;
Spaccamuntagne: fanfarone smargiasso; spaccime, spaccimusu: tipaccio losco;
sparpàgghia-pàssari: persona sregolata, che si dà da fare ma provoca solo disordine;
Sperpètecu: bisbetico, oltremodo litigioso, attaccabrighe;
Spertecune: spilungone emaciato;
Spriculamìgghiu: persona eccessivamente parsimoniosa;
Spulisçiatu: corrotto moralmente, depravato, pervertito;
Spùrchia: sfruttatore privo di scrupoli, parassita;
Spurpanùzzuli: persona incline a ricavare da un bene il maggiore utile possibile;
Stangalòi: persona alta ma non proporzionata e poco aggraziata;
Sucatieddu: gracile, macilento come se fosse stato succhiato;
Tafaneδδaru: furbacchione matricolato;
Talornu: persona che procura impaccio e fastidio;
Tantumergu: personaggio imponente ma ingombrante;
Teu: miscredente e anticlericale;
Tràgghia: individuo pesante e riottoso, infingardo;
Trapularu: imbroglione che racconta fandonie;
Tonto: ritardato mentale; uastasi: insolente, sfacciato, privo di rispetto;
Uastasignu: sfrontato come una scimmia, dispettoso impertinente;
Ucchipiertu: babbeo, scioccone;
Urrusu: musone permaloso e bizzoso, persona poco socievole e scorbutica .
ΕΎallu: cafonaccio, provinciale ignorante e incivile;
Zàmparu: uomo dinoccolato e macilento, che incede con andatura incontrollata e disordinata;
Zenzale perniciosu: scocciatore e rompiscatole insopportabile, che porta alla esasperazione;
Zucaru: individuo che immiserisce andando sempre più in basso nella propria condizione. Non si osano registrare le bestemmie; si potrebbe colmare un pozzo di espressioni blasfeme, truci, volgari, luride e scurrili, molte comunque fantasiose, le quali vengono spesso gridate senza intenzione peccaminosa, oppure vengono intercalate per abitudine nel discorso, senza pensare al loro senso triviale.