Giarrusso- Non saremo MAI vostri complici – #416ter

Guarada che figura 16 aprile 2014

Signor Presidente, non c’è dubbio, non ce ne sarà in futuro e non ce ne è adesso (e non ce l’hanno fuori neanche i cittadini di questo Paese) che questo dibattito, che è stato svolto in quest’Aula in questi giorni e nelle scorse settimane al Senato, è la prova e la dimostrazione di tutte le ragioni per le quali noi non siamo riusciti fino a adesso a sconfiggere la mafia. È in questo dibattito che sono state esposte tutte le ragioni per cui questo Stato non riesce a sconfiggere la mafia. Qui qualcuno si scandalizza dei nostri modi e dei nostri termini, ma questo qualcuno non si scandalizzava a sedere accanto a un senatore, che scendeva in Sicilia, si sedeva al tavolo con la mafia, discuteva dell’omicidio del Presidente della Regione, vi si opponeva, perché non era politicamente opportuno, e poi, dopo l’omicidio tornava in Sicilia a richiamare i suoi sodali mafiosi per dire: che cosa avete fatto, contro la mia indicazione? Questo senatore era seduto qua in mezzo a voi e non vi scandalizzava: si chiamava Andreotti. Voi volete ridurre le pene per il voto di scambio politico-mafioso e lo fate dopo un accordo tra questo Presidente del Consiglio e un ex senatore che noi abbiamo cacciato da questo Senato. Un senatore, un ex senatore, che non aveva problemi a mettersi in casa Vittorio Mangano, condannato all’ergastolo per mafia, capomafia palermitano, consigliatogli e presentatogli da un altro ex senatore, latitante in Libano, Dell’Utri, ed era Berlusconi questo. E voi volete ridurre la pena per questo reato! Fuori da quest’Aula è chiaro a tutti quello che sta succedendo: c’è un nuovo patto, signor Presidente! Perché appena in quest’Aula il Movimento 5 Stelle, con grande fatica, era riuscito a ottenere una norma efficace, che metteva paura alla mafia e ai suoi sodali, che sono qua presenti in quest’Aula anche oggi è scattato un fuoco di fila, signor Presidente. Qua in quest’Aula abbiamo uno che era Presidente del Consiglio di un Comune sciolto per mafia, abbiamo uno che aveva alle sue dipendenze Matteo Messina Denaro. Dobbiamo continuare? Lo sanno i cittadini di chi stiamo parlando, lo sanno bene! Lo sapete benissimo: con questa gente vi accordate. Signor Presidente, appena abbiamo approvato quella norma in Senato sono scesi in campo i tuttologi della mafia, gli esperti, quelli che per tutta la vita si sono distinti per attaccare costantemente chi la mafia la combatteva. Io le ricordo le parole di Giovanni Fiandaca, quando diceva che la mafia di Palermo, la sua pericolosità, era “un’esagerazione della procura di Palermo solo per avere più potere”. Io, da siciliano, queste parole vergognose le ricordo, perché le ha scritte negli articoli, e quando l’ho visto arrivare in Commissione antimafia, non per parlare di lotta alla mafia, ma per lottare contro il 416-ter che avevamo votato, ho capito che stava succedendo. L’ho capito bene, quando ovviamente questo signore ha detto: “era vaga la formulazione”. Guardate che la stessa accusa che sta facendo, guarda caso, l’ha fatta sui giornali del noto pregiudicato il giorno prima dell’udienza della Cassazione, sempre su Dell’Utri, dove si discute di una condanna pesante per concorso esterno. Sapete cosa ha detto Fiandaca? Che anche il concorso esterno, come elaborato dalla Cassazione, è una cosa vaga. E cosa succede? Adesso ce lo ritroviamo candidato in Sicilia? Candidato in Sicilia? Questo è il segnale che vogliamo dare alla lotta alla mafia? Allora, signor Presidente, colleghi, diciamo una cosa e lo diciamo con chiarezza: noi non saremo mai vostri complici. Noi non saremo mai vostri complici né in quest’Aula né fuori. Noi saremo con i cittadini che lottano contro la mafia, sempre e comunque, senza fare sconti a nessuno! E siamo stupiti di quanti si sono fatti prendere per il naso – a volerla dire gentilmente – ma saranno poco gentili le parole dei cittadini che li aspettano là fuori quanti hanno fiancheggiato quest’operazione senza capire. Adesso si cominciano a risvegliare, certo, qualcuno dice che bisogna aumentare le pene, ma che questa norma la dobbiamo approvare. Ma perché la dobbiamo approvare? Perché la dobbiamo approvare se sappiamo già che è sbagliata? La dobbiamo approvare perché ci sono le elezioni, perché qualcuno deve fare un nuovo patto con la mafia e lo deve fare prima di queste elezioni. Noi del Movimento 5 Stelle, ad esempio, vorremmo capire perché il nostro caro Presidente è venuto a Catania e nelle cerimonie ha tenuto fuori il procuratore della Repubblica di Catania, con grande scandalo? Perché? Lo vorremmo sapere! Vorremmo sapere anche chi altri ha incontrato al di fuori delle cerimonie ufficiali, anche se lo sappiamo si, anche se lo sappiamo. E vorremmo sapere se questo è collegato, per esempio, ai processi sulla trattativa Stato-mafia, gli stessi che Fiandaca dice che sono sbagliati. L’oggetto sono i rapporti Stato-mafia, perché di questo tratta questa norma, perché quando noi mettiamo dentro lo Stato soggetti che sono stati votati dalla mafia, noi siamo nel cuore del problema, sempre quello che diceva Fiandaca essere un NON problema, perché per lui addirittura la trattativa Stato-mafia era una cosa legittima. Questo è quello che candidate in Sicilia e quali voti volete raccogliere in questo modo? Quelli dei siciliani? Di quali siciliani volete il voto? Lo vorremmo sapere oggi in quest’Aula e fuori nel Paese. Noi lo sappiamo e lo diremo ai cittadini di questo Paese quale voto vogliono in questo modo. Signor Presidente, noi lo sappiamo chi ha incontrato a Catania e lo sappiamo chi ha incontrato qua. Noi speriamo che sia oggetto delle prossime Commissioni d’inchiesta. A noi risulta che abbia incontrato Tinebra. Lo volete avere il nome? Poi controlliamo se lo ha incontrato, lo possiamo sapere. A noi risulta questo, che lo ha incontrato a Catania e qua e vorremmo sapere perché lo ha incontrato. Bene, signor Presidente, noi daremo questo voto contrario e lo faremo con la morte nel cuore, perché questo è un grave arretramento nella lotta alla mafia, un atto di arroganza come non si era mai visto: diminuire la pena del 42 per cento e spacciarlo per un progresso nella lotta alla mafia. Non avete alcuna vergogna a fare queste cose. Fuori la mafia dallo Stato! Fuori la mafia dallo Stato! Senatore Giarrusso (m5s)
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